Testo nascosto:
Studi umanistici
Studi umanistici
Qualche tempo fà sulla mia bacheca di Facebook sono comparsi troppi commenti a questo particolare articolo http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... i/1954676/ a difesa degli studi umanistici, con il quale peraltro sono d'accordo. Com'è che sono l'unico a crederlo? Oppure, com'è che tutti esprimono il disaccordo e quelli che lo appoggiano non lo fanno pubblicamente?
Voi, riguardo ciò che viene detto nell'articolo, cosa ne pensate?
"In geometria tutto con Pitagora, in algebra tutto con Tartaglia"
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Re: Studi umanistici
Ho letto solo alcuni dei commenti di risposta all'articolo, e ho visto negare i dati statistici sulla base di esperienze personali: quelli sbagliano, se la maggioranza che si iscrive a lettere aveva voti più bassi un solo caso non confuta questo dato.
Per il resto, parlando dell'articolo in sé, come detto sono dati oggettivi; l'unica conclusione che posso trarne è che è l'economia del lavoro che sta andando nel verso sbagliato: una persona deve poter vivere bene facendo ciò che le piace, non deve essere costretta a qualcosa per avere un tenore di vita decente. Purtroppo i dati parlano chiaro, si guadagna molto di meno, non ci si può far nulla, o meglio, la situazione non cambierebbe se quelli a cui piacciono le materie umanistiche andassero a studiare materie umanistiche, cambierebbe se quelli a cui piacciono le materie umanistiche andassero a studiare materie umanistiche E contemporaneamente cercassero un modo per modificare quest'economia che punta solo al progresso, trovando un modo per valorizzare il loro studi ANCHE in termini di denaro e non solo culturalmente.
Citando non mi ricordo cosa perché questo detto è stato un tantinello abusato: tradizione e futuro. (ovviamente insieme, e non uno privilegiato a discapito dell'altro)
Per il resto, parlando dell'articolo in sé, come detto sono dati oggettivi; l'unica conclusione che posso trarne è che è l'economia del lavoro che sta andando nel verso sbagliato: una persona deve poter vivere bene facendo ciò che le piace, non deve essere costretta a qualcosa per avere un tenore di vita decente. Purtroppo i dati parlano chiaro, si guadagna molto di meno, non ci si può far nulla, o meglio, la situazione non cambierebbe se quelli a cui piacciono le materie umanistiche andassero a studiare materie umanistiche, cambierebbe se quelli a cui piacciono le materie umanistiche andassero a studiare materie umanistiche E contemporaneamente cercassero un modo per modificare quest'economia che punta solo al progresso, trovando un modo per valorizzare il loro studi ANCHE in termini di denaro e non solo culturalmente.
Citando non mi ricordo cosa perché questo detto è stato un tantinello abusato: tradizione e futuro. (ovviamente insieme, e non uno privilegiato a discapito dell'altro)
"I matematici non realizzano nulla... semplicemente scoprono e dimostrano verità intrinseche riguardanti tutto ciò che esiste, ovvietà e banalità per una mente superiore, perfetta. Ed è quello il mio obiettivo!"
Cit. Marco (mio vero nome)
Cit. Marco (mio vero nome)
Re: Studi umanistici
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... i/1959668/
Ho letto anche questo e qualche commento di entrambi gli articoli. Tralasciando il fatto che è l'1 e domani ho lezione, quindi farò in fretta, io appoggio in buona parte l'autore: la laurea umanistica non serve a molto oggi, per il semplice fatto che non ci sono sbocchi veri e propri diversi dall'insegnamento. Certo, uno può scrivere. Uno può fare il critico d'arte. Uno può dirigere un museo. Uno. Se sei laureato in una disciplina umanistica devi avere talento se vuoi condurre una buona vita facendo ciò che ti piace, non è da tutti, non è una cosa che tutti si possono permettere. Nell'articolo si parla di dati, molti nei commenti parlando di episodi singoli, va bene, ma sono episodi singoli. Parlo per il nostro ateneo, Torino, e parlo solo di occupazione, non di stipendi: a 5 anni dalla laurea guidano la classifica Informatica (tradizionale, non ingegneria), matematica e ingegneria, con 96, 94 e 91 studenti impiegati su 100. Al fondo stanno giurisprudenza, psicologia e tutte le facoltà che iniziano con "lettere" e "storia". Parliamo di stipendi? Un ingegnere guadagna circa 100 euro in più al mese di un matematico, in media, ma le facoltà in vetta sono sempre le stesse. Non metto in dubbio che lo scrittore migliore possa guadagnare più del miglior ingegnere, ma semplicemente non siamo tutti i migliori.
Sta di fatto che il problema c'è, e in tutte le facoltà. È abbastanza assurdo vedere ricercatori a 1000 euro al mese e operai a 1800. La soluzione? Secondo me limitare i posti. Alla fine bene o male tutti si laureano, e conosco ingegneri informatici che, ahimé, programmano peggio di me. E io sono diplomato in informatica, non Dio sceso in terra. Il punto è che adesso la laurea è davvero quasi un obbligo, ma così facendo perde valore... Perchè non limitare i posti? Risulterò cinico, ma a Torino siamo circa in 100 iscritti a matematica al primo anno, di cui la metà non ha passato il test d'ingresso, ma può frequentare comunque la facoltà essendo a numero aperto e riprovare il test a ottobre, test che è nettamente sotto il livello di Archimede, e nel quale io ho fatto 24/25 in 20 dei 90 minuti disponibili, e nel quale qualsiasi olimpionico in grado di fare 40 punti a Febbraio ha fatto il punteggio pieno o quasi. Ha senso tenere tutte queste persone e poi lamentarsi dei posti di lavoro? A medicina qui entrano 300 persone ogni anno, eppure non ci sono 300 medici che vanno in pensione ogni anno... Non basterebbe limitare il tutto ai posti necessari alla società? Forse sarò io troppo "cattivo", ma la trovo sensata come cosa...
Ho letto anche questo e qualche commento di entrambi gli articoli. Tralasciando il fatto che è l'1 e domani ho lezione, quindi farò in fretta, io appoggio in buona parte l'autore: la laurea umanistica non serve a molto oggi, per il semplice fatto che non ci sono sbocchi veri e propri diversi dall'insegnamento. Certo, uno può scrivere. Uno può fare il critico d'arte. Uno può dirigere un museo. Uno. Se sei laureato in una disciplina umanistica devi avere talento se vuoi condurre una buona vita facendo ciò che ti piace, non è da tutti, non è una cosa che tutti si possono permettere. Nell'articolo si parla di dati, molti nei commenti parlando di episodi singoli, va bene, ma sono episodi singoli. Parlo per il nostro ateneo, Torino, e parlo solo di occupazione, non di stipendi: a 5 anni dalla laurea guidano la classifica Informatica (tradizionale, non ingegneria), matematica e ingegneria, con 96, 94 e 91 studenti impiegati su 100. Al fondo stanno giurisprudenza, psicologia e tutte le facoltà che iniziano con "lettere" e "storia". Parliamo di stipendi? Un ingegnere guadagna circa 100 euro in più al mese di un matematico, in media, ma le facoltà in vetta sono sempre le stesse. Non metto in dubbio che lo scrittore migliore possa guadagnare più del miglior ingegnere, ma semplicemente non siamo tutti i migliori.
Sta di fatto che il problema c'è, e in tutte le facoltà. È abbastanza assurdo vedere ricercatori a 1000 euro al mese e operai a 1800. La soluzione? Secondo me limitare i posti. Alla fine bene o male tutti si laureano, e conosco ingegneri informatici che, ahimé, programmano peggio di me. E io sono diplomato in informatica, non Dio sceso in terra. Il punto è che adesso la laurea è davvero quasi un obbligo, ma così facendo perde valore... Perchè non limitare i posti? Risulterò cinico, ma a Torino siamo circa in 100 iscritti a matematica al primo anno, di cui la metà non ha passato il test d'ingresso, ma può frequentare comunque la facoltà essendo a numero aperto e riprovare il test a ottobre, test che è nettamente sotto il livello di Archimede, e nel quale io ho fatto 24/25 in 20 dei 90 minuti disponibili, e nel quale qualsiasi olimpionico in grado di fare 40 punti a Febbraio ha fatto il punteggio pieno o quasi. Ha senso tenere tutte queste persone e poi lamentarsi dei posti di lavoro? A medicina qui entrano 300 persone ogni anno, eppure non ci sono 300 medici che vanno in pensione ogni anno... Non basterebbe limitare il tutto ai posti necessari alla società? Forse sarò io troppo "cattivo", ma la trovo sensata come cosa...
Testo nascosto:
Re: Studi umanistici
Ragazzi c e poco da dire , mo,te facoltà come filosofia o lettere sono incredibilmente fine a se stesse , uno che studia filosofia che può fare dopo la laurea? Soltanto l insegnate di filosofia , il professore di filosofia oppure il ricercatore all università, poi ricercatore , che senso ha? Un ricercatore laureato in medicina fa degli studi , ricerca appunto cose interessanti che potrebbero servire per fare pacchi di cose , non so medicine , nuova strategia per combattere i tumori ecc. Un ricercatore di filosofia praticamente esprime la sua opinione sull opinione di veri filosofi.. Bhe non ci serve a niente sinceramente! Mi verrebbe quasi da dire che insegnare filosofia è inutile( questo forse è esagerato però ci sono tante altre materie che non si insegnano ) e lo stesso identico ragionamento vale per letteratura , insomma fare studiare agli italiani così tante materie umanistiche secondo me è solo una perdita di soldi , anche per esempio l italiano che si insegna a scuola , ok farci imparare a scrivere a parlare e tutto correttamente ma farci imparare ogni minimo pelo della divina commedia , o dei pronessi sposi a che serve? In che modo alimenta l economia italiana? In che modo i futuri lavoratori ne usufruiranno? Niente , non serve a niente . Si potrebbe pensare lo stesso del greco e del latino , ma di solito se la cavano dicendo che con il latino si impara a ragionare , balle se mi volevate far imparare a ragionare mi facevate studiare gli scacchi , la logica , i giochi della bocconi , le olimpiadi di fisica o /e di matematica , non il latino! Il cui 90/100 è memoria , declinazioni , regole eccezzioni verbi irregolari ecc. Detto questo è solo la mia personale opinione.se studiassimo 25 ore materie scientifiche e 5 umanistiche ( non so tipo 3 di italiano e 2 di arte )(inglese lo metto nelle scientifiche ) arriverebbero migliaia di eccellenze all università e non migliaia di persone che scelgono letteratura perchè è facilissimo laurearsi perchè non gli dispiace e perchè altrimenti non saprebbero che fare. Ps il test di matematica dell università livello archi ede mi mancava (; assurdo veramente che facciano passare la chiunque , comunque sono d accordo anche con il tuo discorso , non è un caso che la normale di pisa ( che seleziona tantissimo lo sapete meglio di me ! ) è un eccellenza assoluta e se esci da li ti assumono il giorno dopo. L università non dovrebbe essere per tutti
" l ingegno e la furbizia risiedono nell imparare dall esperienza" cit. Roberto colli " la creatività non è altro che l inteligenza che si diverte " albert einstain
Re: Studi umanistici
O sennò si fa come certe ragazze glamour, triennale in qualcosa di umanistico perché acculturata nelle lettere fa bene all'immagine, poi papino paga 20.000 euro di due anni alla Bocconi, e con una magistrale presa nella nota università commerciale milanese non è poi così difficile trovare lavoro... 
